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preparazione al viaggio

note di regia di S. Viali


Come e Perch� ci mettiamo in Viaggio, e soprattutto, con Chi.
Cosa dobbiamo fare per avere la sensazione che tutto quello che stiamo per lasciare alle spalle sia in Ordine e sotto Controllo. Quali sono le ultime indicazioni destinate a Chi Resta. Cosa portiamo con noi, per continuare a riconoscere la nostra Identit� che sta per modificarsi in funzione del Viaggio.
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E poi, quando e dove inizia il Viaggio.
Questioni senza punto di domanda, perch� si tratta di questioni dentro di noi, perenni, immutabili, forse parte di Noi: Noi siamo queste domande.
Quello che non importa � la destinazione finale. Se il Viaggio fosse lungo una traiettoria circolare. Quella sarebbe la Fine o l’Inizio; il Tempo Passato o quello Futuro, Noi e gli Altri.
L’obiettivo del Viaggio � il Viaggio stesso. Una traslazione nel tempo e nello spazio esterno ed interno, un’ambiguit� continua, la perdita di punti di riferimento durante la Navigazione e gli Incontri. La perdita del Linguaggio nell’acquisizione di altri mille. Una rinascita nel momento in cui ci si sente definitivamente perduti. Un simbolo reale, una realt� di simboli Diversi che moltiplicano le Nostre Esistenze in un flusso di conoscenze in continuo Movimento per Associazioni Libere.
Tutto ci� genera CAOS: l’unico punto da dove si pu� partire, l’unica vera emozione che conosciamo dalla nascita e che cerchiamo di figurarci e di organizzare fino alla morte e "oltre". Solo il Nulla, il disordine e il turbamento ci danno la sensazione di CIO’ CHE SARA’.

L’Attesa, di un’intuizione che si trasformi in un’Idea, del Sipario che si apre in un Teatro con le poltrone numerate, dei segnali dell’andata in Scena, di una Luce che nasce: QUALCOSA ACCADRA’. Condividere una forte emozione, una gioia, un addio, e poi, la fine dello "spettacolo": � gia Buio.
Tutto scompare di nuovo come se non fosse accaduto, attorno c’� di nuovo il CAOS e il gioco stesso del Teatro ci permette di rappresentare questo processo senza fine attraverso il quale ci si pu� manifestare, esprimere, scoprire di essere stati trasformati.
Nella folla di passeggeri di una Stazione tutti sembrano muoversi senza senso, ma ognuno si muove in una direzione nota solo a lui. Ognuno "sa" esattamente dove sta andando, come possiamo partecipare anche noi?
Ma guardiamo quei volti che corrono: quanta concentrazione e raccoglimento, proprio nel disordine: volti vivi, curiosi.
Per accedere a tutto questo dobbiamo astrarci dal mondo esterno e lasciarci andare, "diventare diversi", come fanno gli Attori.
Il "nostro" Viaggio allora si incarna nel superamento di barriere, di ostacoli, di difficolt� senza fine: ci sono sempre popoli "Stranieri a noi", perch� hanno Altri Tempi: esseri Ciclopici da accecare per svelare la loro fragilit�; di lingauggi da imparare a decodificare.
Come si fa a rimanere ci� che siamo, dopo questi incontri, quale fiore mitologico ci impedir� di essere Trasformati.
Creature senza pi� memoria "prigioniere" di un Circo, costrette ad esibirsi dai nostri Carcerieri-Domatori di ogni giorno.
Acquisire nuove forme di consapevolezza, senza rinnegare le proprie esperienze ma integrandole con altre "nuove e diverse" in un Viaggio in cui la coscienza si consolida progressivamente, verso una meta comune, in uno "sfondo integratore" (sociale e professionale).
Una navigazione verso la Luce in un mare di Ombre e di sensazioni sonore che si accumulano, apparentemente indipendenti le une dalle altre e che scopriamo profondamente legate, attraverso i sentimenti e le emozioni.
Ci sentiamo quindi Riabilitati, quando riconosciamo nella parola identit� la capacit� di essere "semplicemente" ci� che si �, nella totalit� delle differenze, attraverso i successi e i fallimenti, nelle nostre Diverse Abilit�:

"Il Senso del Viaggio sar� soprattutto la capacit� di compierlo"

(C. Widmann), aggiungiamo noi, insieme.