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L�ESPERIENZA DI PAVIA - Alessandra Panelli

La domenica successiva al ritorno dal viaggio a Pavia un�amica mi chiede: " Come stanno i ragazzi? " ed io, con decisione: " Sono stati bravissimi e lo spettacolo � stato un successone! " Lei, con fare divertito, replica: " Veramente intendevo i tuoi figli. "

La mia risposta cos� istintiva e profondamente sentita merita alcune riflessioni, specialmente constatando come lo stesso stato d�animo fosse riscontrabile in tutte le persone che avevano partecipato al viaggio.

Il primo giorno di ritorno al lavoro il clima nel cerchio era di grande complicit� e si aveva l�impressione che ognuno di noi avvertisse un cambiamento in se stesso e negli altri, dal quale non si poteva pi� tornare indietro. Ritenendo interessante scrivere qualcosa su questa intensa esperienza ho provato a buttar gi� alcune idee, ma i concetti sono venuti fuori confusi e i discorsi sconclusionati, pur essendo ormai abituata a scrivere spesso relazioni del lavoro svolto o anche solo racconti scherzosi, con disinvoltura e divertimento. Cosa ha reso difficile il fluido scorrere dei pensieri? Ci sono voluti parecchi giorni per rendermi conto che l�ostacolo che si frapponeva tra me e il racconto del viaggio a Pavia non era altro che la mia emozione.

Questa migrazione di quarantasei persone spinte dal medesimo obiettivo da raggiungere, provenienti da strade tanto diverse tra loro, unite per due giorni da un invisibile cordone ombelicale, ha messo insieme e in moto tutte le energie possibili, dando vita ad un evento artistico ma soprattutto umano. La vicinanza quasi asfissiante di corpi, umori, sentimenti ha messo tutti noi di fronte alla realt� tangibile delle nostre difficolt� o idiosincrasie, ci ha costretto a fare i conti con i nostri capricci, sbalzi di umore ma anche con le profonde motivazioni che ci hanno portato insieme fino a qui. Lo spettacolo come momento catartico, non ha permesso alle persone di vivere questa esperienza singolarmente come alle volte si fa (mi riferisco, per esempio, alle tourn�e o alle colonie estive) in cui il momento di contatto con l�altro � sostanzialmente di lavoro, ma ha reso ogni singolo individuo fondamentale per la riuscita dell�insieme, ponendo ognuno di fronte all�altro. E ho scoperto persone bellissime, ricche di mondi che non immaginavo, tutti da esplorare. Toccare cos� dal vivo, come una ferita fresca, il senso del mio lavoro mi ha stordita, lasciandomi senza difese.

Lo spettacolo � stato un grande successo per i nostri attori che hanno mostrato una maturit� ed una consapevolezza intuite ma fino ad allora non ancora comprovate e non avrebbe forse raggiunto lo stesso risultato senza la forza delle singole persone che in gruppo hanno creato questa magica sinergia che � cos� chiara dentro di me e ancora cos� difficile spiegare con le parole.